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Una funambolica decostruzione di J. Derrida tra la lingua francese e l'inglese dell'Ulisse di Joyce. Dalla vibrazione traduttiva emergono i valori performativi del dire oui (yes) e la risonanza dello oui (l'udito); la figura di Elia e la circoncisione; e soprattutto il riso sagace di Ulisse, il suo oui-rire. Un'esperienza letteraria inimitabile e una sfida agli specialisti di Joyce.